
Ci proviamo per la seconda volta. «Non pioverà, guarda che sole!» mi affretto a sentenziare. Quasi uno scongiuro. E, in effetti, il cielo — benché punteggiato di nuvole —mostra squarci azzurri che fanno ben presagire. Durante il tragitto in auto il sole abbaglia e il caldo è quello dell’estate a queste latitudini. Arriviamo. Appena scesi dell’auto sollevo lo sguardo, richiamata da una sottile intuizione. In lontananza un denso ammasso di nubi gonfie di pioggia s’allunga sulla diagonale del cielo, verso le nostre teste. Giusto il tempo di prendere posto al tavolino in mezzo al prato e si cominciano a udire dei tuoni che via via si fanno preoccupanti. In un attimo afferriamo la tazza con il tè allo zenzero e cardamomo e la coppa con il gelato al pistacchio e panna, e corriamo a ripararci dentro il salotto variopinto e ricercato. Una pioggia fitta scende sul prato. Ridiamo. «Qualcuno porta sfiga!» ci incalziamo a vicenda. Sono felice. Con la scusa di sfidare il meteo ci ritorneremo presto.