
Natura e naturalezza. Uno scatto in mezzo al prato, poco distante da una siepe di gelsomino e da un muricciolo su cui si avvolgono con fare serpentino lunghi rami di rose scarlatte. Una fotografia in una giornata piena di luce. Con naturalezza. La stessa con cui ho chiesto a Jasmine di riaprire il foro alle orecchie, da anni cicatrizzato. Un pizzico, niente di più. E poi l’orecchino ha iniziato a dondolore dal lobo arrossato e soffice. La stessa naturalezza con cui le ho chiesto di togliermi l’appoggiatesta per potermi vedere, almeno una volta, senza quelle appendici nere che mi sorreggono il capo. «Non temere, con la mano destra aiuto il collo a reggere la testa!» la rassicuro. I muscoli sono deboli e a ogni movimento senza il sostegno del fedele ausilio avverto una leggera vertigine. Tuttavia, voglio una foto così. Libera, imprevedibile, naturale.