30 giugno

L’allenamento con il #motomed

La routine, quel ripetersi di azioni — per taluni fastidioso — che ci pone su un cammino lungo il quale sono disseminati trofei, è una parte preponderante delle mie giornate. Le nostre vite sono pregne di routine senza che la maggior parte di noi ne sia consapevole: scuola, lavoro, palestra… Ma c’è un’altra routine più intima e meno visibile: quella dei gesti che compiamo per motivarci. La mia è un cielo costellato di piccole soddisfazioni: colazione con una tazza di tè al limone, uno sguardo in strada per vedere l’asfalto arroventato dal sole, una passeggiata in cerchio in salotto con la gatta coricata sulle mie gambe, e l’allenamento quotidiano con la mia cyclette #motomed che giro dopo giro conduce i miei piedi — e ancor di più la mente — a chilometri di distanza. Rituali motivazionali. In particolare, l’allenamento del corpo è un rito a cui non vorrei mai rinunciare. Forse perché normalmente sono quasi immobile per buona parte del giorno. Quella pedalata costante fa rivivere zone che mi dimenticherei di avere se non fosse che per il dolore o il piacere che esse possono provare. I piedi riacquistano una forza insospettabile e la capacità sorprendente di volare. Le ginocchia si dilungano a disegnare cerchi nell’aria e finalmente li percepisco nuovamente “vivi”. Le cosce si contraggono e talvolta dolgono, ma anch’esse non vogliono smettere quell’andirivieni così simile alla ciclicità della vita. Un susseguirsi di alti e bassi, di vette e abissi. Così simile all’orientalissimo “Samsara” o eterno ritorno. Giro dopo giro, la distanza percorsa non è che un cerchio grande quanto l’intera mia esistenza.